CAPPELLA DELL'OSPEDALE DI BELLUNO

Concorso - anno 2006

 

Il progetto nasce intorno al desiderio di identificarsi con il dolore e la sofferenza, ma anche con la gioia, delle persone che gravitano intorno all’ospedale, con le attese di quanti si avvicineranno alla cappella per chiedere un conforto, per domandare e ricevere speranza.
La cappella allora, parafrasando il motto “Dei et Mei” è intesa come casa, come dimora di Dio, dimora che posso toccare, in cui posso entrare, dove posso incontrare e sperimentare "l’impossibile corrispondenza” di un abbraccio totale, una casa di Dio che dice anche di me.
L’idea, da cui siamo partiti per definire la proposta, nasce dall’interpretazione di una immagine archetipica di chiesa, una chiesa come quella disegnata dalla mano di un bambino. Il suo volume prismatico e monomaterico diviene uno scrigno che contiene tesori sia spirituali che terreni, luogo di sacra convocazione (ecclesìa) del popolo di Dio.

La cappella: la luce diventa materia

Per intraprendere un viaggio nella “casa” occorre in primo luogo illuminare il percorso, per questo la luce diventa la protagonista di questo progetto. La luce è la materia di cui è fatto lo spazio, l’elemento principe degli ambienti.
La cappella vuole essere uno spazio di meditazione, un luogo di contemplazione, in cui la luce, sia essa quella naturale del cielo o quella artificiale di lampade, trasformi l’ambiente costituito da una totale semplicità formale, in uno spazio sempre nuovo avvolto da muri di luce dove l’opera non è più l’architettura ma l’esperienza che vive il fedele al suo interno.
Il volume dell’aula si disegna così come una semplice stanza rettangolare nella quale la luce entra da una vetrata posta sulla parete dietro l’altare e viene filtrata da un grande infisso a forma di croce.
Il forte senso mistico che si percepisce in alcune costruzioni religiose lo si deve ad un attento e sapiente utilizzo della luce che valorizza e allo stesso tempo connota gli ambienti: i dettagli, gli oggetti, le persone ed il loro stato d’animo sono in relazione diretta al tipo, alla posizione, al colore e dall’intensità della luce.
L’ingresso alla cappella dovrebbe rappresentare una sorpresa, la scoperta di un giardino quasi segreto che si mostra solo varcando la soglia del corridoio dell’ospedale. Il giardino si mostra attraverso una grande vetrata mentre la cappella rimane nascosta dietro una grande tenda.